ph Andrea Ciccalè

Tutti i volti di Pilar

Redazionali

L’attrice PILAR FOGLIATI si racconta: dalla fiction alla regia, dal teatro al doppiaggio

Nel suo primo film da regista, Romantiche, realizzato a soli 28 anni, Pilar Fogliati interpreta Eugenia Praticò, giovane sceneggiatrice che in viaggio dalla Sicilia a Roma si pone tre anni di tempo per realizzare il suo sogno. Pilar nella vita reale ce ne ha messo molto meno, anzi il suo sogno di attrice è cominciato addirittura prima di concludere l’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” a Roma.

“Riuscii a concordare con il mio insegnante un permesso di un mese per prendere parte alle riprese della miniserie Tv “Il Bosco” di Eros Puglielli. Me lo accordò e quello fu il primo vero stage sul campo da attrice”.

E, aggiungiamo noi, l’inizio di una carriera fulminea che l’ha vista debuttare nel 2016 con il suo primo ruolo nel film Forever Young di Fausto Brizzi con Fabrizio Bentivoglio e Sabrina Ferilli.

“Fu una esperienza emozionante, quasi non riuscivo a credere di fare parte di un cast di attori stranoti e che fino ad allora visto solo al cinema o in tv”.

E poi un susseguirsi di film con autori importanti da Riccardo Milani (Corro da te) a Giovanni Veronesi (Romeo è Giulietta), Daniele Luchetti (Confidenza), serie per la TV (Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo, Non dirlo al mio capo, Odio il Natale...) alcune ancora in onda e altre di cui si attende con ansia la nuova stagione per il successo ottenuto come Cuori per la regia di Riccardo Donna.

Pilar in Cuori sei interprete, protagonista assoluta, insieme a Daniele Pecci e Matteo Martari. Chi è Delia?

“Delia è una cardiologa dell’Ospedale delle Molinette di Torino degli anni ’60, divisa fra l’amore per due cardiochirurghi, Cesare e Alberto. Ma al di là della storia sentimentale quella fiction ha il pregio di ricordare una pagina realmente accaduta nell’Italia di quel tempo, quando Torino era all’avanguardia nella cardiologia e cominciò a sperimentare i primi interventi a cuore aperto e l’impiego del cuore artificiale”.

Dalla fiction alla regia: ancora una volta, bruciando tutte le tappe, a soli 28 anni il debutto come regista di Romantiche, un film a episodi uscito nel 2023 che le vale il Nastro d’argento come migliore attrice di commedia e il Globo d’oro per la migliore commedia.

“Non ci potevo credere, perchè non sempre la comicità e i premi vanno a braccetto. è stata una sorpresa anche perché quando giri un tuo primo film non è che pensi chissà se arriveranno premi, però tutto questo mi ha dato una grande fiducia”.

C’è chi in Romantiche dove interpreti diverse ragazze di oggi ha rivisto il Verdone di Un sacco bello. Il paragone oltre che azzeccato è decisamente lusinghiero. Cosa ne pensi?

“Verdone è il mio mito, sono cresciuta con i suoi film e anche a me piace fare la caratterista, passione nata in Accademia, dove si è più liberi di provare più ruoli. Sono personaggi che sproloquiano, e a me piace tanto sproloquiare, penso in questo anche a Troisi. Ma è un dato della mia generazione, parliamo di più, rispetto ai nostri genitori, siamo più mentali, ci interrompiamo di più, siamo più goffi, insicuri, precari con paura del futuro. Ho raccontato queste ansie e vite di trentenni attraversando diversi strati sociali”.

L’incontro con Giovanni Veronesi ti ha dato la spinta per fare Romantiche e iniziare anche una carriera di sceneggiatrice come avvenuto nel suo ultimo film Romeo è Giulietta uscito quest’anno.

“Giovanni su Radio 2 faceva un programma che si chiamava Non è un paese per giovani racconto pop del mondo che cambia ogni giorno e mi invitò dopo avere visto un mio video che lo aveva divertito. Senza di lui non avrei fatto questi film.”

Ma il vero talento di Pilar Fogliati è quello di destreggiarsi con assoluta naturalezza nei vari registri interpretativi di attrice, da quello comico a quello più drammatico, utilizzando tutte le maschere possibili della commedia all’italiana, per passare a ruoli più seri come nell’ultimo film di Daniele Luchetti, Confidenza. Insomma un’attrice talmente versatile che trova nel doppiaggio un altro mestiere del cinema a cui dedica tempo e passione.

IF Gli amici immaginari, Inside Out 2 sono esempi recenti di successo. Dare voce a questi personaggi di film di genere, fantastici e di animazione cosa ti restituisce?

“Mi sono resa conto che non c’è nulla di più intimo della voce. è la cosa più personale che abbiamo. Dando voce a questi personaggi non è che mi sono sentita meno osservata rispetto a quando sono sul set, al contrario ci si può sentire molto in vista nonostante non appaia la mia immagine. Usare la voce, uno degli strumenti che una attrice ha, è forse lo studio più divertente”.

A soli 32 anni la carriera di Pilar Fogliati è già puntellata di lavori di successo e siamo pronti a scommettere che il bello deve ancora venire. C’è tuttavia qualcosa che manca ancora nel suo repertorio, il teatro, per una attrice che si è formata alla Accademia d’arte drammatica. Ci stai pensando?

“La mia preparazione è quella. Sto lavorando a qualcosa da portare proprio a teatro e dopo questa esperienza ci andrò più preparata. Sicuramente sarà più impegnativo come sforzo artistico, ma meno faticoso professionalmente, anche perché c’è il pubblico che ti sveglia, ti dà energia.