Cibo e solidarietà. Il potente messaggio dello chef Filippo La Mantia

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Il cuoco palermitano divenuto famoso per i pranzi di Natale organizzati nelle carceri è stato premiato con il Premio Artusi

Ha celebrato il riconoscimento ricevuto, il Premio Artusi 2024, con la caponatina che profuma dei sapori della sua terra d’origine, la Sicilia, proposta in un incontro curioso con la ricetta di Pellegrino Artusi del cous cous (il Cuscussù ricetta artusiana n° 47).

Lo chef Filippo La Mantia, o forse sarebbe meglio dire l’oste e cuoco come preferisce essere definito, è stato premiato per aver messo al centro una cucina come veicolo di pace, solidarietà e tolleranza, con particolare riferimento al mondo delle carceri italiane.

“Ci sono piatti straordinari che nascono in situazioni di povertà, da situazioni difficili dove il cibo può assumere una enorme importanza, diventare un mezzo di comunicazione e creare un incontro fondamentale, per esempio per chi è in stato di detenzione” ha spiegato La Mantia.

Cibo e solidarietà, un messaggio potente, frutto di una sensibilità partita da un drammatico episodio personale, come ha raccontato a Casa Artusi: la Mantia a Palermo viene incarcerato ingiustamente (verrà poi scagionato da Giovanni Falcone) e in carcere inizia a cucinare per i compagni di cella. Una volta uscito, fare il cuoco diventerà la sua aspirazione e poi la sua professione. Apre diversi ristoranti, nel 2002 Zagara, il suo primo locale, poi La Trattoria, a due passi dal Pantheon, e successivamente il Ristorante La Mantia in piazza Risorgimento a Milano nel 2015.

Ma la “cucina nelle case circondariali” rimane un progetto che ha mantenuto vivo nel tempo andando a cucinare una volta all’anno nelle carceri italiane. Incontra in questo progetto l’associazione PrisonFellowship con cui continua il suo impegno a portare nelle carceri la valorizzazione della cucina e della convivialità anche in condizioni difficili come possono essere quelle della detenzione.

Di quei pranzi di Natale organizzati con i carcerati ha raccontato anche in occasione della cerimonia di premiazione, una storia di grande cucina e grande cuore, di attenzione ai più fragili che lo ha portato a sostenere progetti solidali anche in giro per il mondo. Il cibo per Filippo La Mantia diventa uno strumento di solidarietà: lo è stato quando ha cucinato per gli ospedali durante la pandemia, lo è quando sostiene iniziative contro lo spreco alimentare o parte per i luoghi più poveri del mondo, lo sarà con il progetto che lo vedrà coinvolto in una missione a Gaza.